n. a Videferre (Orense – Spagna) il 4 aprile 1935 – m. a Roma (UPS) il 3 luglio 2011 a 76 anni di età e 54 di professione religiosa.
Si è spento come una candela, alla quale viene a mancare la materia per continuare ad illuminare.
La famiglia
Francisco nacque il 4 aprile 1935 a Videferre (Orense – Spagna), piccolo ridente paesino tra le colline della terra gallega. Colà trascorse i primi anni della sua vita, guidato e amorevolmente assistito dal padre Cipriano, agricoltore, e dalla madre Rivero Avelina, sarta. Primo di tre fratelli, dei quali uno, Manuel, è confratello sacerdote in Venezuela, rimase sempre profondamente legato alla sorella Maria-Benita ed alla di lei famiglia. Dopo aver frequentato la “Escuela del Pueblo” e l’Aspirantato C. San Femando y Carabanchel negli anni 1954-56, fu ammesso come novizio presso la Casa salesiana di Mohernando, dove emise la prima professione religiosa il 16 agosto 1957. Emise la professione perpetua a Salamanca, il 16 agosto 1963.
Curriculum di salesiano
Francisco esplicò la sua attività di cuoco-cantiniere a San Femando (Ispettoria di Madrid) dall’anno 1957 fino al 1962, quando, trasferito a Ferroviarios di Madrid, lavorò come infermiere fino al 1966. Nell’anno 1965 il Pontificio Ateneo Salesiano – poi Università Pontificia Salesiana – trovò la sua sede definitiva in Roma, e Francisco fu invitato a reggere l’ufficio postale del nuovo centro universitario, compito al quale rimase fedele fino a quando, nell’anno 2005, le sue forze fisiche cominciarono a declinare. Quante lettere e quanti pacchi postali, quanti telegrammi sono passati tra le sue mani in quei lunghi 39 anni, mentre con la piccola Cinquecento, sostituita poi dalla Panda, percorreva il tragitto da Piazza Ateneo Salesiano fino all’ufficio postale di Monte Sacro, d’estate e d’invemo, col sole o con la pioggia! Fu allora che diede la sua disponibilità a collaborare come aiutante economo: l’acqua con le bollicine non poteva mancare per i suoi confratelli! Iniziarono allora gli anni di sofferenza fisica e psicologica: gli occhi, ormai stanchi, rivedevano con nostalgia le immagini dei primi anni dell’Ateneo, quando gli alberi, ora frondosi, erano piccole piante; quando le anfore di argilla, che ora adornano l’entrata della Università, giacevano in mezzo al prato verde. E neppure l’udito ormai svolgeva la sua attività in forma ottimale. Si aggiungevano inoltre problemi di psoriasi, ed anche il cuore manifestava qualche disfunzione. Ricorreva spesso con nostalgia alle scampagnate fatte in bicicletta con i confratelli quando i prati non erano ancora diventati costruzioni in cemento ed il belare delle pecore e delle capre riempiva il cuore di gioia agreste.
Salesiano fedele
Francisco aveva fissato come punto base di salesianità la sua presenza comunitaria e particolarmente la partecipazione agli impegni di spiritualità. Era per lui motivo di vanto poter affermare: “questa mattina sono entrato per primo in cappella per fare la meditazione”. I suoi occhi rifiutavano la lettura, la sua mente non cercava complicate riflessioni, ma il cuore era rivolto verso il tabernacolo che racchiudeva l’amico Gesù. A volte lasciava trasparire un celio disappunto perché impegni vari non permettevano ad altri confratelli di essere presenti accanto a lui. Le sue cose preziose, i suoi “tesori” materiali, consistevano in piccoli oggetti di scarso valore venale, ricevuti in omaggio da persone che avevano voluto dimostrare la loro riconoscenza e gratitudine per benefici ricevuti. L’Em.mo Card. Raffaele Farina, in un breve scritto inviato al Superiore della nostra Visitatoria, così si esprimeva: «Sono addolorato, ma anche felice nella sicurezza che egli ha raggiunto la casa del Padre. “Vir fidelis”, fedele a Dio e alla chiamata, ai voti, alla Regola; fedele a don Bosco e ai Superiori. Coerente con la scelta… è stato fedele al suo incarico, soprattutto nella prudenza, nella discrezione, nella custodia del segreto d’ufficio, lui che conosceva la vita quotidiana di tanti confratelli. Generoso e sempre disponibile. Poche parole, molti fatti».
Il commiato
Le esequie si sono svolte nella Cappella “Gesù Maestro” martedì, 5 luglio, con la partecipazione di un folto gruppo di sacerdoti, di suore, amici e conoscenti del caro estinto. Tra i presenti anche l’Em.mo Cardinale Angelo Amato, la sorella e la nipote di Francisco. La celebrazione fu presieduta dal Consigliere generale per la formazione don Francesco Cereda; brevi parole di commiato furono pronunziate dal confratello don Jesus Manuel Garda. Messaggi di cordoglio giunsero da parte di don Pascual Chavez, Rettor Maggiore dei Salesiani, da don Bregolin, suo Vicario, dagli Ecc.mi Vescovi Luc Van Looy ed Enrico dal Covolo, da parecchi superiori del Consiglio e Regionali, da Suor Piera Cavaglià e FMA della Casa Generalizia, dalle Suore dei Sacri Cuori di Torino e dall’Ispettore Salesiano di Madrid. Ora le spoglie di Francisco riposano nel cimitero di Genzano (Roma).