scritto da Giovanni Zeverino, 14 luglio 2008
(1915-2008)
La Comunità Salesiana di Santeramo, ma certamente Santeramo tutta, è in lutto per la scomparsa dell’amato Alfonso Setti, il sig. Setti, come tutti lo chiamavano, il coadiutore salesiano che ha visto nascere l’Opera Salesiana a Santeramo nel lontano 1966. Friulano di nascita ma ormai santermano d’adozione tanto che qualche anno fa gli fu concessa dal nostro Comune addirittura la cittadinanza onoraria.
Amante della musica (ex suonatore di clarinetto), amante del teatro ma soprattutto amante della natura, il Sig. Setti si era dedicato a pieno all’opera salesiana di Santeramo trasformando un brullo terreno, quale era all’epoca della donazione da parte dei coniugi Raffaele e Cristina Plantamura, in una rigogliosa oasi di verde.
Se oggi si accede all’Opera Salesiana attraverso il maestoso viale di pini questo lo si deve alla sua infaticabile opera di giardiniere e mentre potava, innaffiava, curava quelle piante, trovava contemporaneamente il tempo per una parolina scherzosa con i ragazzi coinvolgendoli magari in piccoli lavoretti che premiava poi con un gelato o una bibita fresca al bar dell’oratorio che lui per tanto tempo ha anche coordinato.
Malato ormai da tempo, il sig. Setti aveva lasciato la Casa Salesiana di Santeramo lo scorso anno a causa della necessità di continua assistenza.
Si è spento serenamente ieri all’età di 93 anni ed ora ritornerà nella nostra Santeramo per riposare nella Cappella dei Salesiani del cimitero del nostro paese, dove riposano i coniugi Raffaele e Cristina Plantamura grazie ai quali oltre quarant’anni fa ebbe origine una storia che è stata e continua ad essere un pezzo di storia della nostra Santeramo.
Intanto sul pietroso terreno circostante iniziò il lavoro da “formica”, di uno dei primi Salesiani giunti a Santeramo nel ’66, il sig. Alfonso Setti, ancora oggi attivamente presente nella nostra comunità. Con amore straordinario per la terra, per la casa di don Bosco e per i giovani che iniziavano a frequentarla ha piantato più di 500 piante ad alto fusto come abeti, cedri, cipressi, pioppi e varie specie di pini, compresi 20 esemplari di pinus nigra, non presente sul territorio santermano, che il sig. Setti ebbe la premura di portare con sé che erano alti appena un palmo, 28 anni fa, dopo un ritiro spirituale in Sila. Il sig. Setti ha per primo presentato alla Chiesa locale la figura del coadiutore salesiano, un religioso nuovo uscito dal cuore di Don Bosco e da lui interpretato come un Salesiano scherzoso, allegro, simpatico a tutti, capace di coniugare preghiera e lavoro manuale, apostolato e recitazione teatrale’’.
Sono certo che ognuno dei presenti in chiesa avrebbe voluto raccontare una sua storia vissuta con Sig. Setti ma sono anche certo che ognuna di queste storie avrebbe in ogni modo confermato la sua semplicità e umiltà con la quale ha vissuto i suoi anni seguendo gli insegnamenti di Don Bosco.
Riportiamo di seguito un pensiero su Sig, Setti pervenuto alla nostra redazione, scritto da uno di quei tanti giovani che ha avuto il piacere di conoscerlo, pensiero che sicuramente sarà condiviso da tanti:
‘’Se non c’eri tu nel viale, o nei campi di gioco, o vicino alla cappella c’era sempre la tua presenza: i pini, gli abeti, i salici, le siepi parlavano di te, erano te sempre con noi.
Tu spesso chino a zappare o dissodare, poche parole in un settentrionale nuovo e curioso per noi ragazzini di dieci anni, che cercavamo di imitare ironicamente.
Era bello, le sere di inverno, mentre eravamo intenti a fare le prove di teatro, vederti sbucare dal buio del salone per guardarci in silenzio o darci qualche prezioso consiglio.
Instancabile, modestissimo in tutto, pregavi con il raccoglimento, la fede e la semplicità del contadino che a fine giornata, dopo la fatica ed il sole cocente, rivolge il pensiero di lode e ringraziamento a Dio.
Non sei stato un faro splendente, ma un lume che ha sempre emanato una luce soffusa e calda che è entrata in punta di piedi nella vita di tanti di quei ragazzini che oggi, anche grazie a te, sono dei buoni ed onesti cittadini.
Il lume si è spento, hai bruciato tutto l’olio per noi, fino all’ultima goccia, ed ora sei nella Grande Luce e fra le braccia di Don Bosco.
Ora le tue mani callose e le tue braccia forti devono solo riposare.
Ora sei luce pura.’’