Dalla Torre Silvano


 


intervista a Silvano Dalla Torre – Trentennale del CNOS-FAP Piemonte from CNOS-FAP Piemonte on Vimeo.


n. a Favaro Veneto (VE) il 10 ottobre 1931, m. a Torino il 14 marzo 2010, a 79 anni di età.


Il signor Silvano Dalla Torre nasce a Favaro Veneto (VE) il 10 ottobre 1931 da Dario (fattore) e Eleonora Miatto. La famiglia è completata da un fratello, Antonio, e dalle sorelle Gina, Adriana e Anna Maria (quest’ultima ancora vivente). La famiglia in cui nasce e cresce ha profonde radici cristiane, testimoniate dalla fede sentita dei genitori, trasmessa poi ai figli, che ne hanno fatto una loro propria eredità. Il sig. Dalla Torre rimase sempre molto legato alla propria famiglia e, come scrive un nipote: “Pur essendo da noi fisicamente lontano, aveva la capacità di farsi sempre presente nelle nostre conversazioni”. “Aveva la sensibilità di curare molto i rapporti con i parenti. Quando veniva a casa, soprattutto in quelle occasioni in cui stava qualche giorno in più, riusciva sempre ad andare a trovare o a telefonare a tutti, in particolare gli ammalati, e questo, a mio avviso, era un motivo in più perché tutti lo ricordassero”. Oltre a stare con i nipoti in un clima di salesiana allegria o a fare scampagnate coi familiari, si prestava anche per servizi utili, soprattutto nel negozio di casalinghi del fratello: questo era per lui un ulteriore motivo per dimostrare la propria partecipazione alla vita di famiglia. 

Preadolescente, appena ottenuta la licenza di scuola media (1946), arriva al Rebaudengo, per intraprendere gli studi professionali. L’esperienza di famiglia e il vissuto al Rebaudengo lo orientano alla vita salesiana, per cui fa domanda di entrare in noviziato, che vive a Villa Moglia (Chieri) tra gli anni 1949-’50, concludendolo con la professione religiosa l’8 agosto 1950. 

Negli anni successivi, lo troviamo ancora a Torino-Rebaudengo per gli anni del post noviziato (1950-1953) e il tirocinio (1953-1956). Dal 1953 al 1956 svolge la sua attività d’insegnamento in qualità di Vice Capo Elettromeccanici, mentre dal 1956 al 1967 prosegue come Capo del Laboratorio di Elettromeccanica. 

Ecco, a riguardo, la testimonianza di un Confratello che ha lavorato accanto al signor Silvano in quegli anni: “Ho vissuto e condiviso con lui vari anni nel comune impegno a servizio dei giovani allievi del Rebaudengo e lo ricordo con tanto affetto e riconoscenza, per gli esempi di grande dedizione a loro e di esempio per me. L’ho sempre ritenuto un modello di salesiano coadiutore e mi auguro che il Signore, nel chiamarlo a sé, voglia suscitare chi sappia seguirne gli ideali che sempre lo hanno distinto”. 


Nel 1967, i Superiori gli affidano l’obbedienza di Consigliere del Magistero Professionale e di Consigliere Scolastico dell’ITIS serale, incarichi che terrà fino al 1970. 

Nel 1970, infatti, viene inviato a Bangkok (Thailandia) a lavorare presso il “Don Bosco Technical Institute”, in qualità di Capo Meccanici ed Elettromeccanici. Sarà un’esperienza che segnerà profondamente la sua vita salesiana, anche nei decenni successivi! 

Scrive, a proposito, un confratello missionario attualmente in Cambogia: “Devo al signor Dalla Torre l’inizio della mia chiamata missionaria, prima in Thailandia e poi in Cambogia e sono riconoscente a Lui per aver-mi avviato in questa meravigliosa esperienza della vocazione missionaria, che sto tuttora vivendo con grande soddisfazione, nello sperimentare le meraviglie della Provvidenza fra i poveri di questo Paese. 

Una sera del lontano 1972, ascoltando nella buonanotte la lettura di una sua lettera scritta da Bangkok, mi colpì come un fulmine una sua frase: – Quello che ci serve di più non sono i soldi o il macchinario, ma un confratello, possibilmente meccanico … –. Naturalmente, prima aveva parlato della gioventù povera: molti dei giovani della scuola dove lavorava erano anche deboli ed alcuni ammalati di tubercolosi. Mi resi conto che questa lettera era per me più che un invito! 

Silvano sapeva comunicare l’entusiasmo nel vivere la sua vocazione salesiana, sempre pronto alla battuta scherzosa, ma anche ad intraprendere immediatamente qualsiasi lavoro, sia di servizio come di organizzazione”. 

Nel 1977, il signor Silvano Dalla Torre rientra al Rebaudengo e svolge le attività di Assistente, Insegnante e Consigliere scolastico del Centro di Formazione Professionale. Nel frattempo, viene eletto come “Consigliere ispettoriale”, carica che terrà fino al 1993. 

L’Ispettore don Angelo Viganò, volendo realizzare un desiderio, presente in ambiente salesiano, di dare vita ad un proprio volontariato internazionale, propose ad alcuni Cooperatori di farsi carico del lancio di un volontariato che avesse due caratteristiche specifiche: missionarietà e salesianità. Aveva pensato di chiamare il nuovo organismo: Volontariato Internazionale Salesiano (VIS), ma al Ministero degli Affari Esteri (MAE) questa dicitura non garbava troppo e suggerivano qualcosa di più “laico”. Così, mantenendo la sigla, si cambiò il nome in Volontariato Internazionale per lo Sviluppo. Al MAE, però, si continuava ad insistere sulla laicità. Don Viganò trovò la soluzione: a dirigere l’Organismo, in qualità di Presidente, sarebbe stato un salesiano laico, accontentando il MAE, senza perdere la specificità salesiana. Così propose al signor Silvano Dalla Torre di aggiungere alle sue numerose incombenze quella di Presidente del VIS, che, grazie anche alla sua disponibilità, ottenne l’approvazione dal Ministero il 3 marzo 1986. 

Frattanto, nel 1985, il signor Dalla Torre diventa Direttore del CFP, responsabilità che terrà fino al 1988. Concluso questo incarico, offre la propria esperienza all’attivazione del nuovo settore di “impiantistica civile ed industriale”, organizzando i corsi e progettando i laboratori per le attività pratiche. 

Date le sue spiccate qualità umane e salesiane, viene eletto come rappresentante, dell’allora Ispettoria Centrale, al Capitolo Generale 23º, che avrebbe trattato il tema: “Educare i giovani alla fede: compito e sfida per la comunità salesiana oggi” e che vedrà l’avvio dei suoi lavori il 4 marzo 1990, per cui dovrà assentarsi dal Rebaudengo per alcuni mesi. 

Andato in pensione, non si ritirerà dall’attività, ma continuerà nel suo impegno apostolico come Delegato dell’Unione Exallievi della Casa e Incaricato del Collegio universitario, che intanto era stato aperto al Rebaudengo. Qui di seguito la testimonianza di uno dei giovani da lui seguiti: “Ho avuto la fortuna di conoscere il Signor Dalla Torre al Collegio universitario del Rebaudengo, durante gli anni in cui ricopriva il ruolo di responsabile degli studenti. Che ricoprisse un ruolo non significa che adempisse semplicemente alle responsabilità affidategli: ogni volta che si parlava con lui balzava subito agli occhi la sensazione di avere di fronte un uomo che viveva per i giovani. 

Non solo era sempre pronto a risolvere i mille problemi tecnici che si possono presentare in una struttura immensa come un collegio, ma era altrettanto zelante ed attento ai problemi personali o semplicemente alle difficoltà di ognuno di noi studenti. 

Che fosse la sera a cena o durante il giorno in corridoio o in cortile, Silvano non perdeva occasione per poter scambiare due parole o anche un solo sorriso per accertarsi che tutto ci andasse bene o, nel caso, di aiutarci a trovare una soluzione oppure donandoci un momento di vero conforto. Tutta questa disponibilità favoriva il suo ruolo di educatore: quando capitavano incomprensioni, o piccoli litigi o si commettevano marachelle, Silvano aiutava a far chiarezza e ad appianare ogni divergenza: sempre con il sorriso sulle labbra, ma con fermezza nel cuore. Per tutto questo non lo ringrazieremo mai abbastanza!”. 

Un Confratello della Casa afferma del signor Dalla Torre che era un salesiano coadiutore doc, “alla Don Bosco”. Gran signore in tutto e portato all’organizzazione, si impegnò con dedizione alla cura e all’espansione del settore elettrico. Ebbe incarichi formativi, ma non si dimenticò mai di stare in cortile coi giovani (ragazzi e giovani confratelli), buttandosi nello sport, come pure nell’attività teatrale, in qualità di regista. 

Agli Exallievi, in particolare, dedicherà gran parte del suo apostolato salesiano, coinvolgendo ed animando questa bella realtà della Famiglia salesiana. Offro la testimonianza di uno di loro: “Da quando ti ho conosciuto, io allievo e tu giovane salesiano animatore della Compagnia di San Giuseppe, eri per noi ragazzi un esempio per la tua solarità e la tua allegria coinvolgente. Dopo, come Exallievo, anche se allora non avevi incarichi specifici nei nostri confronti, non mancavi mai ai nostri incontri. Nonostante i tuoi impegni sapevi quanto fosse importante per noi Exallievi la presenza di un salesiano, per noi, speciale. Terminati gli anni di formazione scolastica, aiutavi l’inserimento di noi allievi nell’attività lavorativa. 

Quando poi ricevesti l’incarico di Delegato per noi c’eri sempre. Superavi i tuoi impegni quotidiani pronto a ricevere l’Exallievo che veniva da te per avere parole di incoraggiamento; per farti partecipe di un fatto di famiglia lieto o triste; per chiederti ancora una volta l’interessamento per un posto di lavoro, nonostante le difficoltà del momento. Soprattutto, hai sempre avuto una particolare attenzione e sensibilità affinché gli Exallievi continuassero quel cammino di formazione, secondo lo spirito di Don Bosco, iniziato al Rebaudengo. Con la tua opera e il tuo esempio tutti noi, anche i me-no vicini, abbiamo capito chi è un coadiutore salesiano secondo il cuore di Don Bosco e vogliamo dirti: «Grazie, Dalla Torre». Ci manchi e ci mancherai! Continua a volerci bene”. 

Gli Exallievi, cui ha voluto essere vicino in tante occasioni ed iniziative, gli sono stati a loro volta vicini, come pure tante altre persone che lo avevano conosciuto, nelle ultime settimane di vita, passate nella prova della malattia, essendogli stato diagnosticato un tumore diffuso, che aveva interessato diversi organi vitali e per curare il quale si era indotta una preoccupante insufficienza renale. I medici, vista la sua situazione, avevano da subito scartato l’ipotesi di un intervento chirurgico ed anche di una cura di chemioterapia, limitandosi a cure di tipo palliativo. Vista la situazione, si è pensato di ricoverarlo nella nostra struttura infermieristica di “Casa A. Beltrami”, anche per dargli il sollievo di potersi trovare più a proprio agio, in una situazione più tranquilla, senza quel gran via vai che è l’ospedale; ma, dopo pochi giorni, il Signore ha pensato di prenderlo con sé nella prima mattinata di domenica 14 marzo 2010. 

Sottolinea un Confratello della Casa: “Il signor Silvano Dalla Torre fu uomo di grande interiorità e profonda preghiera: era facile trovarlo in cappella, alla sera, nella quiete e nella quasi oscurità, in ginocchio e assorto come a raccogliere in Dio la vita. Amava leggere nel poco tempo disponibile e curava la propria formazione. Ebbi modo di riconoscere il progredire del tumore da come si fermava volentieri ancora di più davanti al Santissimo, soprattutto al termine della Messa, quando non aveva più incarichi urgenti. Non era certo il tipo da piangersi addosso. In missione deve aver fatto faville: sacrificato in condizioni di estrema povertà, e sempre sorridente e ottimista. Sempre presente in mezzo agli Exallievi quando c’era da preparare qualche festa: non si tirava mai indietro, sia per il lavoro manuale, sia per lasciare testimonianza di vita cristiana con qualche buona parola e con il suo giudizio equilibrato su eventi e persone. Mi ha sempre fatto pensare bene di lui l’accuratezza con cui preparava le manifestazioni e provvedeva a rimettere in ordine tutto dopo il passaggio di tutta la gente accorsa: sempre tutto a posto ancora di più di come aveva trovato l’ambiente. Non lo sentii mai lamentarsi dei suoi mali: sapevo che ne aveva da sopportare, ma aveva l’aspetto di chi sa stare in buona salute e con la voglia di sostenere gli altri. Fu sempre apprezzato per il suo equilibrio e le motivazioni che portava nelle sue argomentazioni”. 

A noi, che gli siamo stati vicini fino all’ultimo, lascia la testimonianza di un salesiano coadiutore amante della propria vocazione, consacrato a Dio e dedito alla salvezza dei giovani, per i quali ha speso fino all’ultimo le sue doti di intelligenza e di cuore. Il nostro ricordo nella preghiera è certamente il grazie più bello che possiamo dirgli per il suo significativo passaggio tra noi. Lo raccomandiamo, quindi, anche alle vostre preghiere, perché il Signore gli doni la ricompensa da Lui promessa a coloro che gli sarebbero stati fedeli. 

Il Direttore e la Comunità salesiana del Rebaudengo

Potrebbe anche interessarti...